Ma come si fa il formaggio?
Noi lo abbiamo scoperto ed anche fatto.
Proprio così, i bambini grandi, si sono cimentati a fare il formaggio, ovviamente con l’aiuto di un vero casaro. Nel mese di giugno, per ben tre mercoledì, il 5, il 12 e il 19 , il cortile della nostra scuola è diventato una sede staccata del caseificio sociale di Fiemme. E’ venuto il casaro Alberto Vaia con latte, utensili, tanta esperienza ed allegria. Lui ci ha guidato nella preparazione della tosella, un formaggio fresco, che tutti hanno portato a casa per mangiarlo con la propria famiglia.
Leggi tutto
Ognuno aveva una ciotola piena di latte ( 1 litro ) riscaldato a 37 gradi, Alberto ha spiegato che nel latte c’è lo zucchero e si chiama lattosio, poi ha aggiunto l’ingrediente “ magico”.
I primi casari venivano chiamati “stregoni”, perché erano gli unici a custodire l’ingrediente segreto del formaggio ovvero il caglio ( enzimi dello stomaco del vitello). Poche gocce di questo in ogni ciotola e dopo una mezz’oretta, si fa la prova del dito, cioè si mette l’indice nella ciotola e si sente se è ancora liquido, se invece si è trasformato in qualcosa di solido e morbido significa che si è trasformato in cagliata.
La cagliata deve essere tagliata: più piccoli sono i pezzetti e più il formaggio diventa morbido. I casari per tagliarla usano un attrezzo di acciaio che un tempo era di legno ed è per questo che si chiama "spino".
Noi, invece, abbiamo usato una forchetta per andare sino sul fondo della ciotola e continuare a sminuzzare fino a quando i pezzetti sono grandi come chicchi di mais. Si lascia poi riposare, finché i chicchi affondano e non sale il siero, si travasa poi il tutto in apposite forme bucate, per far sgocciolare e finalmente... ecco il nostro formaggio!